Dal "Massajoli", al "Dirceu"
Già nella stagione precendente, il vero problema è la richiesta del nuovo impianto sportivo in località Serracapilli, cattedrale nel deserto, abbandonata dalle amministrazioni comunali. Qualcuno lo vorrebbe ironicamente chiamare "Me ne frego!" proprio in loro onore, ricordando la visita di Mussolini nel 1935 al campo sportivo ebolitano (che da allora fu chiamato così), situato al centro cittadino, da dove pronunziò la storica frase.
La squadra e la società hanno bisogno di uno stadio ed un terreno di gioco dove giocare ed allenarsi, per puntare a progetti più ambiziosi e non sprofondare di nuovo nelle serie minori.
La società del patron De Vita fa di tutto per riuscire ad aprire la struttura. Il d.s. Alfonso Pepe, denuncia la situaizone in federazione, tentuto conto delle grandi difficoltà che la squadra inocntra per disputare le gare casalinghe. Alla fine ci pensa il sindaco Gerardo Rosania che, fascia tricolore al petto, fa irruzione nella struttura, nonostante le latitanze di alcuni nell'eseguire i collaudi di rito, e lo consegna alla squadra e ai cittadini. E' il passo che sblocca la situazione. Da allora l'Eboltiana ha un impianto di ben altra levatura rispetto alle serie dilettantistiche che viene intitolato all'indimenticabile "Josè Guimares Dirceu".
Ma la società di De Vita non riesce a portare la squadra lontano. Travolta da molte inchieste del giudice sportivo e penalizzata duramente, la Pro Ebolitana torna in Eccellenza, dopo due alterne stagioni in Serie D.
La società viene rilevata dalla famiglia Maiorano, in un periodo non certo facile per i colori biancazzurri.
Le amarezze delle stagioni passate, le tensioni ambientali e le grandi aspettative dei tifosi, non rendono facile la "rifondazione" graduale intenzionata ad operare dalla dirigenza, che vorrebbe puntare sul settore giovanile (la cui Juniores arriva alla finale regionale, perdendola per clamorosi errori arbitrali). La tifoseria vuole vincere subito e tornare in Serie D: contesta per tutta la stagione. Ciò determina l'addio dei Maiorano che lasciano la squadra nelle mani del sindaco.
Le amarezze delle stagioni passate, le tensioni ambientali e le grandi aspettative dei tifosi, non rendono facile la "rifondazione" graduale intenzionata ad operare dalla dirigenza, che vorrebbe puntare sul settore giovanile (la cui Juniores arriva alla finale regionale, perdendola per clamorosi errori arbitrali). La tifoseria vuole vincere subito e tornare in Serie D: contesta per tutta la stagione. Ciò determina l'addio dei Maiorano che lasciano la squadra nelle mani del sindaco.
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