sabato 16 aprile 2011

Il prossimo avversario: arriva il Messina

dal nostro inviato a Messina: Cetrangolo
Il Messina è una delle nobili decadute del calcio, dopo aver vissuto straordinarie stagioni sul palcoscenico più importante (la serie A), è piombata nel baratro della serie D dalla quale non riesce più ad uscire. Finora per lei una stagione altalenante, caratterizzata da continui problemi societari che ne hanno condizionato i risultati.

La città
Messina viene definita la porta della Sicilia sullo stretto che porta il suo nome, conta circa 250 mila abitanti. Il suo porto, scalo dei traghetti per il continente, è il primo in Italia per numero di passeggeri in transito. La sua economia è basata sul commercio in servizi, il turismo ed una importante attività industriale nella cantieristica navale.
Messina venne fondata dai Greci (coloni Calcidesi provenienti da Messini del Pelloponisos) intorno al 756 a.C., con il nome di Zancle, (dal greco Ζὰγκλης, Falce, dalla penisola di San Raineri somigliante a una falce che forma il suo porto naturale). I Romani la conquistarono nel 264 a.C. e dopo la caduta dell'Impero romano fu prima in possesso dei Bizantini e quindi degli Arabi. Nel 1060 venne conquistata dai Normanni.
Sotto i domini svevo-angioino-aragonese, Messina raggiunse grande prosperità, divenendo capitale del Regno di Sicilia assieme a Palermo (il Regno di Sicilia comprese per lunghi periodi anche tutta l'Italia meridionale) e, grazie al suo porto, uno tra i primissimi centri commerciali, divenne tra le più grandi, fiorenti ed importanti città del mar Mediterraneo. Fu, per lunghi secoli, la città siciliana più ricca, seconda nel Mezzogiorno d'Italia solo a Napoli.
Nel 1674 si ribellò alla Spagna e ne subì successivamente la repressione. Fu toccata da un grave terremoto nel 1783. Entrò a far parte del Regno d'Italia dopo la spedizione garibaldina dei Mille del 1860. Nel 1908 subì le distruzioni di un altro terribile terremoto e ancora dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Una pagina significativa dell'amicizia fra la città ed il popolo russo è legata al tragico: il terremoto del 1908. I primi soccorritori giunti a Messina furono proprio i marinai della flotta imperiale russa, che si trovava nel porto di Augusta per delle esercitazioni.

La squadra
L’ ACR Messina ovvero Associazione Rinascita Calcio Messina, fu fondata e (rifondata più volte nel corso degli anni) nel 1900 raggiunge la serie A negli anni sessanta ove vi rimane per due anni; ritorna nella massima serie solo quarant’ anni dopo nella stagione 2004/05. Nella sua storia il Messina ha disputato 5 campionati di serie A, 32 di serie B, 34 di serie C e 10 nei Dilettanti. Il suo miglior piazzamento rimane quello della stagione 2004-05 con il 7° posto; mentre nelle coppe gli Ottavi di finale della coppa Italia professionisti e la semifinale nella coppa Italia di serie C.
La società, per decisione del Consiglio Federale del 31 luglio 2008, è stata esclusa dai campionati professionistici nazionali. Grazie ad una determinazione della FIGC del 2 settembre 2008, la società è stata ammessa alla Serie D.

Il Messina oggi
La stagione 2010/2011 parte con l'ecatombe di non iscrizioni in quarta serie (il girone meridionale sarà addirittura composto da 16 squadre invece che da 18 per mancanza di pretendenti disposte ad onorare l'iscrizione). Così il patron Arturo Di Mascio assicura che il Messina pagherà l'iscrizione per la C2 e sarà ripescato. Incredibilmente, la società non presenterà neppure la domanda e gran parte dei giocatori presenti in ritiro andrà via. Dopo una stagione deludente e la bufala ripescaggio, i tifosi chiedono a gran voce il cambio di proprietà, ma non sarà ancora ciò che si sperava. La società viene ceduta a Piero Santarelli, persona dai precedenti sportivi discutibili, il quale non onora il pagamento pattuito dalla cessione. Le prime due partite sono disputate dalla juniores, poi viene formata in fretta e furia una squadra che, nonostante il ritardo nella preparazione, ottiene quattro risultati utili consecutivi. Però i problemi sono dietro l'angolo, Santarelli non onora le prime spese, e la squadra viene sfrattata dall'albergo nel quale alloggia. Seguono 2 sconfitte consecutive e poi la squadra decide di non scendere in campo per due partite in modo tale che si sblocchi la situazione societaria. Il 10 novembre 2010, la cordata reggina facente capo all'imprenditore Bruno Martorano, in virtù del non pagamento della società di Santarelli alla Chierichella, acquista da quest'ultima l'intero pacchetto di maggioranza della società peloritana. La squadra, nei 2 mesi in cui Martorano gestisce la società, va bene e ottiene sei risultati utili consecutivi che fanno dimenticare alla tifoseria le ultime disastrose gestioni. Improvvisamente però, si scopre che in Lega Nazionale Dilettanti e in Camera di Commercio l'intero pacchetto societario risulta di proprietà dell'ex, di fatto, presidente Santarelli. Si ricomincia con una querelle pazzesca che finisce col costringere il gruppo-Martorano a decidere di mollare la società, stanco di pagare e gestire una società che, sulla carta, non era sua.

Curiosità
Il giornale del sud di Messina rivela un particolare: nel ritiro estivo, nella quiete di Trevi, c'è una squadra che quasi in blocco si è trasferita, con in testa il direttore generale Ciccarone, a Eboli, facendo fortune nel centro salernitano. E commenta: "Soprattutto chissà come sarebbero andate le cose se, a quel tempo, c'era una vera società al timone dell'Acr. Probabilmente si sarebbe ripartiti dalla Seconda Divisione dopo che dai palazzi del calcio di Roma, durante il caldo luglio, quasi "implorarono" i dirigenti giallorossi – Di Mascio e soci, ricordate? – di versare entro i termini la fideiussione necessaria per agganciarsi al treno dei professionisti. E invece il seguito è noto a tutti. Le promesse non furono mantenute, quella proprietà si fece da parte ma si dovette aspettare, ahinoi, qualche mese – tra continue umiliazioni – prima della svolta societaria".

Una sana invidia per il nostro campionato ovviamente, e per l'occasione a loro sfumata non avendo mantenuto in casa loro i nostri gioiellini e il nostro direttore. FORZA EBOLITANA!

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