domenica 13 febbraio 2011

La colletta per non scomparire e la Coppa Italia

2001-2002: festeggiamenti per la conquista della serie D
La nuova era: i dirigenti Ultrà

Ma nel 2004 sono un gruppo di tifosi a creare una società ed a rilevare la squadra. Un'operazione che passa alla ribalta nazionale come prima società al mondo gestita dai tifosi: è stato infatti il capo-ultrà della curva ebolitana (Armando Cicalese) ad acquistare il titolo sportivo dal Comune e con l'aiuto dei suoi amici, è riuscito ad iscrivere la squadra al campionato di Eccellenza. Cambia denominazione in A.S.C.D. Ebolitana 1925. Inizia da qui, una gloriosa storia per i colori biancazzurri, come non mai. Lo stesso anno, Cicalese riuscì a vincere il campionato, ottenendo il premio Fair Play dalla commissione di Eccellenza e a trascinare la squadra in Serie D, dove nel successio campionato si classificò 8ª nel girone. Dopo il 14° posto del 2006-07 nel girone H della Serie D, torna in Eccellenza, perdendo i play-out contro il Lavello.

Una stagione interlocutoria in Eccellenza nel 2007-08, quando finisce 7ª e poi la sfortunata stagione 2008-09: quinta nel girone B dell'Eccellenza campana, va ai play-off e li vince, battendo 2-0 la Battipagliese e pareggiando in finale 1-1 con lo Striano.

Festeggiamenti per la conquista della
Coppa Italia d'Eccellenza
Ci riprova l'anno successivo e riesce a centrare il secondo posto nel girone B dell'Eccellenza campana, disputando i play-off. Lo 0-0 con la Vis Nocera Superiore la porta ai play-off nazionali dove, superando l'Arzanese (1-1 in casa e 2-2 fuori) e il Real Isernia (2-2 fuori e 1-1 in casa), conquista la tanto desiderata Serie D. Una stagione da incorniciare quella 2009-10 che il 17 febbraio, vede l'Ebolitana 1925 vincere la coppa italia regionale battendo in finale l'Arzanese dopo i calci di rigore (2-2 dopo i tempi supplementari).


Ebolitana 2010-2011

L'impianto fantasma e il riscatto cittadino

Il campo sportivo "Massajoli"
Dal "Massajoli", al "Dirceu"

Già nella stagione precendente, il vero problema è la richiesta del nuovo impianto sportivo in località Serracapilli, cattedrale nel deserto, abbandonata dalle amministrazioni comunali. Qualcuno lo vorrebbe ironicamente chiamare "Me ne frego!" proprio in loro onore, ricordando la visita di Mussolini nel 1935 al campo sportivo ebolitano (che da allora fu chiamato così), situato al centro cittadino, da dove pronunziò la storica frase.
La squadra e la società hanno bisogno di uno stadio ed un terreno di gioco dove giocare ed allenarsi, per puntare a progetti più ambiziosi e non sprofondare di nuovo nelle serie minori.

Lo stadio "Josè Guimares Dirceu"
La società del patron De Vita fa di tutto per riuscire ad aprire la struttura. Il d.s. Alfonso Pepe, denuncia la situaizone in federazione, tentuto conto delle grandi difficoltà che la squadra inocntra per disputare le gare casalinghe. Alla fine ci pensa il sindaco Gerardo Rosania che, fascia tricolore al petto, fa irruzione nella struttura, nonostante le latitanze di alcuni nell'eseguire i collaudi di rito, e lo consegna alla squadra e ai cittadini. E' il passo che sblocca la situazione. Da allora l'Eboltiana ha un impianto di ben altra levatura rispetto alle serie dilettantistiche che viene intitolato all'indimenticabile "Josè Guimares Dirceu".

Pro Ebolitana 2003-2004

Ma la società di De Vita non riesce a portare la squadra lontano. Travolta da molte inchieste del giudice sportivo e penalizzata duramente, la Pro Ebolitana torna in Eccellenza, dopo due alterne stagioni in Serie D.
La società viene rilevata dalla famiglia Maiorano, in un periodo non certo facile per i colori biancazzurri.
Le amarezze delle stagioni passate, le tensioni ambientali e le grandi aspettative dei tifosi, non rendono facile la "rifondazione" graduale intenzionata ad operare dalla dirigenza, che vorrebbe puntare sul settore giovanile (la cui Juniores arriva alla finale regionale, perdendola per clamorosi errori arbitrali). La tifoseria vuole vincere subito e tornare in Serie D: contesta per tutta la stagione. Ciò determina l'addio dei Maiorano che lasciano la squadra nelle mani del sindaco.

Due squadre al comando: tutti all'Arechi!

Claudio Moschino
Ebolitana-Angri: è spareggio!

Nell'anno successivo, la società del presidente Cosimo De Vita allestisce uno squadrone. Affida la conduzione tecnica all'allenatore più vincente della storia del calcio dilettantistico: Mimì Gargiulo, che chiama alla sua corte giocatori di lusso per la categoria, come Claudio Moschino, giovane promessa del calcio napoletano che non ha avuto fortuna, nonostante i mezzi tecnici davvero superlativi. Il gioiellino biancazzurro è negli anni successivi, passato alla corte del mister del Cervia, "Ciccio" Graziani, nel reality sul calcio di Mediaset "Campioni il sogno". Al fianco di Moschino girano pezzi da novanta per la categoria in ogni reparto. Tra i pali i portieri Guarnaccio e Siano; in difesa il capitan Gaetano Chiagano, Giovanni Schettini (nel suo curriculum l'esperienza in Serie C),  Armando Caponigro, Peppe Orrico, Peppe Rinaldi (poi approdato alla Salernitana di mister Pioli); a centrocampo, oltre al numero 10 campano, i talenti Risi e Franzese, entrambi approdati tra i professionisti, Giuseppe Gelotto, il giovane e talentuso Zona; attacco stratosferico con il sempreverde "Giggetto" Serrapede, l'indimenticabile ariete Renato Candida (scomparso tragicamente alcuni anni dopo), Giovanni Tufano e Giovanni Basile.

Mister Mimì Gargiulo
Una stagione intensa che vede da subito i biancazzurri protagonisti. Nella prima fase della stagione non c'è storia per nessuno e l'Ebolitana è campione d'inverno, ma poi l'Angri, del presidente Nicola Tortora, riesce nell'impresa della rimonta (con gravissimi errori arbitrali nella sfida del ritorno al Novi che riducono l'Ebolitana in nove uomini e la vedono perdere di musura), e la stagione termina, dopo il testa a testa tra il team di Gargiulo e quello di Amerigo Ferrara, con le due compagini a parità di punteggio. Sarà giocato il primo spareggio della storia del Campionato Nazionale Dilettanti. Il teatro più consono è lo stadio Arechi di Salerno, che per l'occasione viene messo a disposizione della Lega Dilettanti e vedrà le due curve gremite dalle rispettive tifoserie a confronto: più di 2000 tifosi biancazzurri gremiscono la nord, migliaia di tifosi grigiorossi occupano la sud. La gara termina sull'1-1. Si va ai supplementari, ma nulla di fatto. Si devono calciare i rigori: va male ai biancazzurri che perdono 4-2 e finiscono secondi nel girone B dell'Eccellenza campana che prevede gli spareggi promozione. Il lungo assalto alla Serie D continua campionato continua con un'altra impresa: quella di battere l'Ischia (2-1 in casa e 1-1 fuori) e il F.C. Francavilla (0-0 fuori e 6-0 in casa, sul neutro di Polla, viste le condizioni pessime del terreno del"Massajoli"). La serie D è finalmente raggiunta.

Gli anni del mito: Josè Dirceu

Dalla Serie D, alla tragedia di Dirceu e Sazio

A risollevare la navicella biancazzurra ci pensa il dott. Sossio Pezzullo. La società ingrana la marcia giusta e scala posizioni in classifica: 3° posto nell''81/'82, 2° posto l'anno dopo e, finalmente, al termine del campionato '83/'84, l'Ebolitana ritorna in Promozione.
Evitata la retrocessione, nel torneo '85/'86, la squadra si classifica al secondo posto l'anno seguente. E' il preludio ad uno storico traguardo: l'accesso all'Interregionale, che arriva nella stagione '87/'88 con mister Di Tolla sulla panchina: Verriola, Marino, D'Avino, Abbate, Minichini, Ambra, Di Somma, Salvatore, Volpicelli, Volpe, Zottoli, gli artefici del successo.

La formazione dell'Ebolitana '90-'91 capitanata da Josè Guimaraes Dirceu
Nella stagione '89-'90, alla squadra biancazzurra si aggrega anche l'indimenticabile campione brasiliano, Josè Dirceu, divenuto nel frattempo cittadino di Eboli. Il Presidente Cavaliere lo portò all'Ebolitana (dove rimase per due stagioni) tra il tripudio della tifoseria.
Campione non solo sul campo, Dirceu mise la sua esperienza al servizio della squadra, senza far mai pesare il suo passato di asso del calcio mondiale.
Benvoluto ed amico di tutti, trovò la morte in un incidente stradale in Brasile.
Con lui morì anche Pasquale Sazio, giovane libero dell'Ebolitana che aveva seguito Dirceu in sudamerica per una serie di tornei calcistici.

Intanto la squadra, disputò tre dignitosi campionati d'Interregionale, iniziando al termine della stagione '91-'92, la discesa verso l'inferno delle serie minori. L'inarrestabile caduta, fu frenata grazie all'intervento del dott. Mario Grimaldi, che a Salerno, aveva riportato la vecchia Pro Salerno, nell'Interregionale. Ma è destino che la Pro Salerno, non debba avere vita duratura, a causa dello scarso seguito del pubblico. E così, dopo aver salvato dal naufragio la Cavese, nel '93/'94. che proprio grazie alla fusione con la Pro Salerno, che anche allora militava in Serie D, il dott. Grimaldi, sportivo autentico e, come pochi, competente di calcio, trasferisce la squadra ad Eboli. La nuova società assume il nome di A.C. Pro Ebolitana, e con un salto triplo, si ritrova, nel giro di pochi giorni, dalla Promozione, al Campionato Nazionale Dilettanti.

Nel '99/2000, arrivata 15ª nel girone G del C.N.D., viene retrocessa in Eccellenza dopo l'incredibile partita di Terracina. In quell'occasione, i tifosi ebolitani, che seguirono la squadra, accompagnati dal sindaco Rosania, accettarono la sconfitta, dando una lezione di civiltà sportiva, fiduciosi in un pronto riscatto.

Gli anni 30': la rivalità con la frazione diventata Comune

Coltelli e pistole nei derby con la Battipagliese

L'anno successivo, l'U.S. Ebolitana, che indossa una casacca biancoazzurra, talvolta a strisce verticali, è affiliata alla F.I.G.C. e, nella stagione '32/'33, disputa il suo primo campionato federale, la III Divisione Campana. Inserita nel girone B, dove ci sono l'Irpinia, che schiera tra i pali il giovane Alfonso Ricciardi, portiere in seguito della Salernitana, del Bari e del Milan, nonchè della Nazionale Universitaria; la Paganese di Milite, Valese, Coda e Tessitore; l'Angri, il Leopardi di Torre del Greco, il Fascio Giovanile Napoli e la terza squadra della Salernitana.

L'Ebolitana è allenata da Osvaldo Sacchi, bomber del Savoia e dell'Internaples degli anni '20. La compagine eburina, che schiera De Sio, Ginosi, Giannatiempo, Cristini, Cataldo, Mancini, Pagano, Monfregola, Maiolino, Paolillo e Mancini, si qualifica insieme a Paganese, Irpinia e Battipagliese (squadra dell'ex frazione che divenne Comune autonomo con Regio Decreto il 28 marzo 1929 costituito da parti dei comuni di Eboli e Montecorvino Rovella dall'impegno di Alfonso Menna, dirigente degli affari generali del Comune di Salerno) alla seconda fase del torneo, per l'assegnazione del titolo di Campione Campano.

Nel girone finale, i biancazzurri, devono vedersela con compagini già affermate, come la Puteolana, il Nola e l'Aversana. I ragazzi di Sacchi, sorprendentemente, terminano il campionato in testa alla classifica alla pari con la Puteolana. Nella gara di spareggio, disputata a Nocera Inferiore il 2 luglio 1933, l'Eboltiana superò, non senza difficoltà, la Puteolana per 2-1, grazie ad una doppietta di Massacesi, il quale , prima pareggiò al 48', la rete del puteolao Padoni, segnata al 10', e poi regalò la vittoria ai suoi, segnando al 21' supplementare.

Gioventù ebolitana  anni '30
L'Ebolitana fu così, meritantamente proclamata Campione Campana di III Categoria.
Questa la formazione vittoriosa contro i flegrei: De Sio, Ginosa, Giannatiempo, Spadafora, Barbato, Cristino, Massacesi, Masillo, Cataldo, Maiolino, Pagano. Oltre al titolo, l'Ebolitana, ottenne ovviamente anche la promozione alla II Divisione.

Per il Campionato '33/'34, la squadra biancazzurra, che nel frattempo aveva Ceresoli come allenatore, disputò il girone unico di II Divisione, insieme ad Aversana, Battipagliese, Calafa Salerno, Lucano Potenza, Campobasso, Pagnaese, Fascio Giovanile di Napoli, le seconde squadre di Salernitana, Bagnolese e Savoia e la terza squadra del Napoli. Un girone proibitivo, dato il valore delle compagini che ne prendevano parte.

Sul campo, invece, la squadra che schierava Villa, Vilani, Giannatiempo, Jezzo, Noviello, Cristini, Spagna, Roma, Oropallo, De Sio e Tessitore, partì a spron battuto, e ben presto si ritrovò a guidare la classifica insieme a Paganese, Campobasso e Battipagliese. La prima sconfitta stagionale, che costò anche il primato, si registrò proprio a Battipaglia, dove l'Ebolitana, sconfitta per 2-0, rimandò alla gara di ritorno i propositi di riscatto.

Il tanto atteso derby di ritorno, invece, caratterizzato da gravi incidenti, porterà al ritiro della squadra dal campionato e alla sua successiva scomparsa. L'11 marzo 1934, sul campo di San Berardino, la Battipagliese passò per 2-1, dopo che Oropallo aveva illuso i locali.
Al termine della gara, una furibonda rissa scoppiò tra le due opposte fazioni. I più esagitati, non esitarono a tirare fuori i coltelli e, nel trambusto generale, si udirono alcuni spari. Numerosi fuorno i feriti. La tragedia fu evitata grazie al massiccio intervento della milizia. Il campo di Eboli fu squalificato a vita e, l'Ebolitana, privata così del campo da gioco, fu costretta a ritirarsi dal campionato.

L'Uomo Ragno, la Saracinesca e la Muraglia: prendere gol è impossibile

PORTIERI

RICCARDO RAGNI
Con un cognome così, e visto il ruolo che occupa in campo, è stato fin troppo facile trovargli un soprannome adeguato. Ma a Riccardo Ragni l'appellativo di "Uomo Ragno" calza davvero a pennello. Il portierone dell'Ebolitana sta facendo innamorare di sé un'intera città a suon di primati. Classe '91 (vent'anni appena compiuti), Ragni è di gran lunga l'estremo difensore meno battuto del suo girone ed in questa stagione, uno dei portieri meno battuti di tutte le serie professionistiche e non.
Ma i numeri non rendono per intero la straordinarietà della stagione di Riccardo Ragni. Arrivato ad Eboli il 2 settembre dal Pescara (ma lo scorso anno ha difeso la porta del Chieti, squadra con la quale ha vinto il campionato di serie D), Ragni è stato gettato subito nella mischia, da titolare. E dopo le prime settimane di naturale ambientamento, ha fatto capire a tutti di che pasta è fatto, parando il possibile e l'impossibile, fino all'impressionante intervento salva-risultato su Senè, domenica scorsa contro l'Acireale: un tuffo a togliere la palla dall'incrocio dei pali, su una bordata micidiale della punta dei siciliani.

Tornado alle statistiche, nelle nove giornate che vanno dalla 5ª alla 13ª Ragni ha subìto un solo gol, quello segnato da Salemme nella sfortunata gara con il Nissa. Proprio in quel periodo ad Eboli hanno capito che stavano costruendo qualcosa di importante, e proprio in quel periodo hanno avuto la certezza di aver trovato a Pescara un portiere che ben difficilmente si fermerà ad Eboli, lanciato com'è verso serie più nobili. Soprattutto dopo che, lavorando sui propri difetti, ha limato anche le sue incertezze sui rilanci.

Eppure Ragni non si è montato la testa. E' un ragazzo tranquillo, molto legato alle sue radici (è originario di San Benedetto del Tronto) ed appena può torna a casa dai suoi. Un ragazzo che ha come idolo Gianluca Pagliuca (portiere neanche troppo vicino alla sua generazione) e che chi sa fin dove porterà questo soprannome, l'uomo ragno, il cui "copyright" spetta a Walter Zenga, ma che Riccardo sta dimostrando di meritare. E poi, con un cognome così...(fonte: ilCorrierinoCampaniaSport).

AGOSTINO SPICUZZA
Terza stagione e seconda consecutiva all'Ebolitana per Agostino Spicuzza, portiere napoletano classe '87 di grande affidabilità ed esperienza, che proprio ad Eboli si mise in luce da under, nella stagione 2005-2006, quando collezionò 31 presenze, tante belle parate ed un ottavo posto all'esordio in Serie D della società ultras del presidente Cicalese.
Nella stagione successiva, mister Nastri lo vuole con sè al S. Antonio Abate dove, con 32 presenze,  si consacra portiere di primo piano nel panorama del calcio dilettantistico. Per questo, nella stagione successiva approda alla Nocerina, dove raggiunge uno splendido 3° posto nel girone I di Serie D, eliminato successivamente dai ripescaggi dal Siracusa, ma la stagione è ottima: con 33 presenze e grandi parate, si merita la stima dei tifosi molossi.  E' il trampolino di lancio per l'approdo in Lega Pro, nella Seconda Divisione: la Scafatese lo vuole e lo ingaggia, ma non ha molte chance: solo 3 presenze. Nel 2009-2010 ritorna all'Ebolitana in Eccellenza con cui vince il campionato e la Coppa Italia Regionale.
 
DOMENICO AFFINITO
Il terzo portiere biancazzurro è un giovane proveniente dall'Andria: Domenico Affinito, nella stagione 2009-2010 ha militato però nell'Eccellenza pugliese al Liberty Molfetta, dove è stato indiscutibilmente il portiere titolare, arrivando al 3° posto della classifica e perdendo la semifinale play-off.
Con due fuoriclasse come Ragni e Spicuzza, per lui è quasi sempre tribuna, ma il ragazzo ha qualità da vendere e sicuramente avrà modo di mettersi in luce nella sua carriera. Quest'anno, potrà sicuramente accumulare molta esperienza.

sabato 12 febbraio 2011

L'era Pezzullo e l'inferno della Promozione

Quando Sossio Pezzullo scommise la moto con Masoni

Solo nel '42/'43 si registrò un timido tentativo di risveglio calcistico, grazie ad una formazione denominata seplicemente Eboli, che nel girone B della Prima Divisione, mise in riga le seconde squadre del Baratta Battipaglia, Cavese, Savoia, Salernitana, Stabia ed Ischia, perdendo la finale per forfait, contro il G.U.F. di Napoli.

Il calcio ad Eboli, riprese vita agli inizi degli anni '50, grazie alla squadra del Cral Pezzullo, della quale era presidente il comm. Luigi Pezzullo. Il presidente, sportivo di razza, cominciò dal riattivare il campo di gioco, che sorgeva in località San Giovanni, e ad organizzare una società che non aveva nulla da invidiare a squadre di categoria superiore; a comincare dal pagamento degli stipendi, che avvenivano con la precisione di un orologio svizzero.

In alto la C. Pezzullo '52-'53.
Da sinistra: l'allenatore Cavanna, il presidente
 Sossio Pezzullo, Di Paolo, Pignataro, Masoni,
Baiardius, Sorano, Musella, Carafa, Cattedra,
Rosati, Manolio, Laudati.

Il Cral Pezzullo Eboli, che indossava una maglia biancazzurra con un cavallino rampante sul petto, militò nel Campionato di Promozione, una categoria chev eniva subito dopo la Serie C di quegli anni, strutturata su un girone unico.

Sfruttando le sue amicizie, il comm. Pezzullo, fece arrivare ad Eboli, giocatori che erano un lusso per la categoria. Dalla Salernitana prelevò i vari Remo Di Paolo, Lorenzo Citro, Masoni, Ugo Musella, Ennio Pignataro. A completare la rosa c'erano gli esperti Baiardini, Sorano, Cattedra, Caiafa, Laudati. Il gruppo fu affidato al vecchio Cavanna, grande portiere del Napoli degli anni '30.

Il portiere, Remo Di Paolo, aitante ed elegante, si rivelò subito una sicurezza tra i pali, divenendo in poco tempo un beniamino della folla. Era cresciuto tra le fila della Supertessile di Rieti, sua città natale, sotto le cure di Stocchi, portiere di vecchio stampo; nella Salernitana, si era giovato dei consigli di uno che di portieri se ne intedeva: Rudy Hiden, il famoso portiere della nazionale austriaca degli anni '30.

Un personaggio, tutto particolare, era invece il pisano Piero Masoni: ala sinistra, genio e sregolatezza, con tendenza più verso quest'ultimo aggettivo. Era un giocatore fortissimo, ma un "pazzo", svogliato e chiacchierone; quando decideva di fare sul serio, per gli avversari erano dolori. Nella Salernitana, il vecchio mister Piselli, che stravedeva per lui, cercò in tutti i modi di farlo rigare, ma non ci fu verso.

Toscanaccio, linguacciuto, maestro nel raccontare barzellette, oggi sarebbe classificato come uno che "fa gruppo". Piero Masoni, era un tipo veramente fuori dal normale. Pensate che copriva la distanza da Salerno ed Eboli, dove si recava per gli allenamenti, con un mezzo tutto particolare: i pattini a rotelle!Un'altra specialità, dopo lo sci, nella quale riusciva a meraviglia.
Il più delle volte, arrivato ad Eboli, invece di recarsi agli allenamenti, imbracciava la doppietta e andava a caccia sulle colline ebolitane!

Il modello di Gilera 250 di Pezzullo
Nonostante il carattere, era ben voluto e tollerato dai compagni e dal presidente. Un giorno, il presidente Sossio Pezzullo (succeduto al padre), arrivò al campo con la sua nuova fiammante Gilera 250. Alla vista del mezzo, Masoni si avvicinò al presidente, e  con tono serio, scommise che, dalla domenica successiva, se avesse segnato un gol a partita, la moto sarebbe stata sua. Sicuro di vincere, non perchè dubitasse delle qualità tecniche del giocatore, ma per la sua incostanza, il presidente accettò la sfida.
La domenica successiva, puntuale, arrivò la marcatura di Masoni, che si ripetè di settimana in settimana.
A quel punto, il dott. Pezzullo iniziò a preoccuparsi: il pisano ci metteva foga e impegno per conquistare l'ambito trofeo. Ma, fortunatamente per il presidente, un po' meno per la squadra, la vena prolifica di Masoni s'interruppe e il dott. Pezzullo salvò la moto.
La formazione della Pezzullo, schierata contro l'Ercolano nel '53:
da sinistra il ragionier Pagliaris, Baiarinis, Masoni, Cavanna,
Pignataro, Manolio, Carafa, Musella, il segretario Cardiello,
Saudati. In ginocchio: Cattedra, Sorano, Di Paolo e la mascotte. 
L'addio al calcio della famiglia Pezzullo, fu determinata, ironia della sorte, da una squadra: il Polla. Alla quale il Cral Pezzullo aveva ceduto molti giocatori in esubero. La squadra del Polla, che al termine di quella stagione retrocesse, stranamente, s'impegno allo spasimo negli incontri disputati contro il Cral.
Già all'andata i giocatori pollesi diedero l'anima per inchiodare Baiardini e compagni sullo 0-0: tanto fu l'impegno profuso in quella gara che ancora oggi si racconta di un episodio accaduto sul campo di Polla.
In un'accanita fase di gioco, si ritorvarono a calciare la sfera contemporaneamente, Ugo Musella e un giocatore pollese; fu tanta la violenza che i due misero nel calciare che il pallone scoppiò!

Il sen. Sossio Pezzullo
 Nella gara di ritorno, disputata ad Eboli, fu il portiere pollese Moscariello ad impegnarsi allo spasimo. La mancata vittoria, scatenò la contestazione del pubblico che, amareggiò enormemente il comm. Pezzullo, il quale al termine della gara, convocò squadra e allenatore, ordinò che fossero pagate in anticipo le spettanze relative alla ultime sei gare di campionato ed annunciò l'addio al calcio.

Per la cronaca, nelle rimanenti sei gare, il Cral Pezzullo, sul proprio campo sconfisse per 5-0 la Scafatese, superò poi il Pontecagnano e pareggiò con la Torrese. In trasferta uscì sconfitta da Pagani, passò sul campo della Battipagliese per 3-2 e vinse al Vesuvio di Torre Annunziata per 3-1.

Il dopo Pezzullo fu caratterizzato da contine crisi societarie. La sqaudra disputò alcuni campionati di Promozione e Prima Categoria, dopodichè, Eboli calcistica chiuse di nuovo i battenti.

Il Viale Amendola agli inizi del '70
L'attività dell'Ebolitana riprende nel 1961, senza nessun sussulto, tranne l'accesso alla Prima Categoria nel '64/'65.
Gli anni '70 non inizionano nel migliore dei modi: la squadra si classifica al secondo posto, al termine del campionato '71/'72, dietro il Vallo di Diano promosso in Serie D. La squadra vallese, rinuncia. La promozione spetta all'Ebolitana ma, la Lega semi-Pro, ammette alla categoria superiore il Campobasso, giunto secondo nel girone A. L'anno successivo, pre l'irregolarità di un giocatore, la squadra è penalizzata di sette punti, quanti bastano per retrocederla in Prima Categoria.
La Federazione si ravvede e, nell'estate del 1976, ripesca la squadra eburina, giunta terza in campionato, ammettendola al torneo di Promozione, dove vi resta per tre stagioni, prima di retrocendere ancora una volta.Gli anni '70 si chiudono con il ritorno in Promozione. Artefici della risalita, il presidente Visconti e l'allentaore Nazzi.

Fulvio De Maio
Nel torneo successivo, nonostante la squadra fosse stata rinforazata con elementi d'esperienza, tra i quali il portiere Fulvio De Maio, ancora una retrocessione, spegne l'entusiasmo degli sportivi ebolitani.

Tra la fine degli anni '70 e per quasi tutti gli anni '80 la squadra risale dalla Prima Categoria e gravita costantemente nei gironi di Promozione.
Le vittorie arrivano solo nei campionati di Prima Categoria dove risulta prima nelle stagioni '79-'80 e '83-84, il resto e solo tanta sofferenza ed amarezza per la tifoseria che nella stagione '86-'87 intravede la promozione in Interregionale, ma la squadra arriva solo seconda.

giovedì 10 febbraio 2011

Gli Albori

Antica partita di calcio
Il 14 giugno 1914 le prime partite

Il 14 giugno 1914, furono invitate ad Eboli, dal Comitato per la festa di S. Vito, il Salerno FBC, fresco vincitore del 2° Campionato Provinciale, e il Pro Cava FBC, per un incontro dimostrativo di football.
La gara, svoltasi in piazza del mercato, con la partecipazione di un'enorme folla, si concluse, con la vittoria dei bianchi salernitani per 3-0. Il pubblico si entusiasmò soprattutto per i "calci di rinvio" e per i "colpi di testa che suscitavano la più schietta ilarità".
Le fasi dell'incontro si svolsero, per buona parte, "al suono di allegre marce musicali". Dopo la gara, le due squadre furono invitate in casa del barone Formosa, per un brindisi e per la consegna delle medaglie d'argento al Salerno, e quelle di bronzo ai cavesi.
Questo spaccato di cronaca sportiva, rintracciato negli archivi storici, segna probabilmente l'arrivo ad Eboli del football, uno sport che rapidamente si stava diffondendo tra i giovani, per merito soprattutto di un ebolitano, Donato Vestuti, il presidente del Salerno, pioniere e principale divulgatore del movimento sportivo nella nostra provincia.
Il saggio dimostrativo, provocò la scintilla presso i giovani ebolitani, i quali si avvicinarono con entusiasmo alla nuova disciplina sportiva.

L'Ebolitana nella stagione '26-'27
Bisognerà attendere il 1925 per registrare l'ingresso della Unione Sportiva Ebolitana nella grande famiglia calcistica italiana.
Inizialmente la società svolse l'attività prevalentemente in ambito locale; solo nel 1930, l'U.S. Ebolitana, entra a far parte del Comitato Salernitano U.L.I.C. (Unione Libera Italiana Calcio), di cui era presidente Domenico Napoli.

Nella stagione '30/'31, la squadra partecipa alla Coppa Gambrosier e alla Coppa Juventus, messa in palio proprio dall'omonima squadra salernitana; contemporaneamente s'iscrive al campionato di Prima Categoria ULIC, inserita nel girone B, insieme al Dopolavoro Ferroviario di Agropoli, all'A.C. Agropoli, dove muove i primi passi, Vincenzo Margiotta, e alla S.S. Giovinezza di Sapri. In quell'anno si misero in luce diversi elementi, come il portiere Carlo De Sio, Vito Sansone e Ugo Tortolani, convocati dall'allenatore ungherese Geza Kertesz, nella squadra del G.U.F. Salerno, per la gara disputata a Salerno il 13 maggio del 1931, contro il G.U.F. Napoli, valida per la Coppa Paladino.