Quando Sossio Pezzullo scommise la moto con Masoni
Solo nel '42/'43 si registrò un timido tentativo di risveglio calcistico, grazie ad una formazione denominata seplicemente Eboli, che nel girone B della Prima Divisione, mise in riga le seconde squadre del Baratta Battipaglia, Cavese, Savoia, Salernitana, Stabia ed Ischia, perdendo la finale per forfait, contro il G.U.F. di Napoli.
Il calcio ad Eboli, riprese vita agli inizi degli anni '50, grazie alla squadra del Cral Pezzullo, della quale era presidente il comm. Luigi Pezzullo. Il presidente, sportivo di razza, cominciò dal riattivare il campo di gioco, che sorgeva in località San Giovanni, e ad organizzare una società che non aveva nulla da invidiare a squadre di categoria superiore; a comincare dal pagamento degli stipendi, che avvenivano con la precisione di un orologio svizzero.
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In alto la C. Pezzullo '52-'53.
Da sinistra: l'allenatore Cavanna, il presidente
Sossio Pezzullo, Di Paolo, Pignataro, Masoni,
Baiardius, Sorano, Musella, Carafa, Cattedra,
Rosati, Manolio, Laudati. |
Il Cral Pezzullo Eboli, che indossava una maglia biancazzurra con un cavallino rampante sul petto, militò nel Campionato di Promozione, una categoria chev eniva subito dopo la Serie C di quegli anni, strutturata su un girone unico.
Sfruttando le sue amicizie, il comm. Pezzullo, fece arrivare ad Eboli, giocatori che erano un lusso per la categoria. Dalla Salernitana prelevò i vari Remo Di Paolo, Lorenzo Citro, Masoni, Ugo Musella, Ennio Pignataro. A completare la rosa c'erano gli esperti Baiardini, Sorano, Cattedra, Caiafa, Laudati. Il gruppo fu affidato al vecchio Cavanna, grande portiere del Napoli degli anni '30.
Il portiere, Remo Di Paolo, aitante ed elegante, si rivelò subito una sicurezza tra i pali, divenendo in poco tempo un beniamino della folla. Era cresciuto tra le fila della Supertessile di Rieti, sua città natale, sotto le cure di Stocchi, portiere di vecchio stampo; nella Salernitana, si era giovato dei consigli di uno che di portieri se ne intedeva: Rudy Hiden, il famoso portiere della nazionale austriaca degli anni '30.
Un personaggio, tutto particolare, era invece il pisano Piero Masoni: ala sinistra, genio e sregolatezza, con tendenza più verso quest'ultimo aggettivo. Era un giocatore fortissimo, ma un "pazzo", svogliato e chiacchierone; quando decideva di fare sul serio, per gli avversari erano dolori. Nella Salernitana, il vecchio mister Piselli, che stravedeva per lui, cercò in tutti i modi di farlo rigare, ma non ci fu verso.
Toscanaccio, linguacciuto, maestro nel raccontare barzellette, oggi sarebbe classificato come uno che "fa gruppo". Piero Masoni, era un tipo veramente fuori dal normale. Pensate che copriva la distanza da Salerno ed Eboli, dove si recava per gli allenamenti, con un mezzo tutto particolare: i pattini a rotelle!Un'altra specialità, dopo lo sci, nella quale riusciva a meraviglia.
Il più delle volte, arrivato ad Eboli, invece di recarsi agli allenamenti, imbracciava la doppietta e andava a caccia sulle colline ebolitane!
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Il modello di Gilera 250 di Pezzullo |
Nonostante il carattere, era ben voluto e tollerato dai compagni e dal presidente. Un giorno, il presidente
Sossio Pezzullo (succeduto al padre), arrivò al campo con la sua nuova fiammante
Gilera 250. Alla vista del mezzo,
Masoni si avvicinò al presidente, e con tono serio, scommise che, dalla domenica successiva, se avesse segnato un gol a partita, la moto sarebbe stata sua. Sicuro di vincere, non perchè dubitasse delle qualità tecniche del giocatore, ma per la sua incostanza, il presidente accettò la sfida.
La domenica successiva, puntuale, arrivò la marcatura di Masoni, che si ripetè di settimana in settimana.
A quel punto, il dott. Pezzullo iniziò a preoccuparsi: il pisano ci metteva foga e impegno per conquistare l'ambito trofeo. Ma, fortunatamente per il presidente, un po' meno per la squadra, la vena prolifica di Masoni s'interruppe e il dott. Pezzullo salvò la moto.
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La formazione della Pezzullo, schierata contro l'Ercolano nel '53:
da sinistra il ragionier Pagliaris, Baiarinis, Masoni, Cavanna,
Pignataro, Manolio, Carafa, Musella, il segretario Cardiello,
Saudati. In ginocchio: Cattedra, Sorano, Di Paolo e la mascotte. |
L'addio al calcio della famiglia Pezzullo, fu determinata, ironia della sorte, da una squadra: il Polla. Alla quale il Cral Pezzullo aveva ceduto molti giocatori in esubero. La squadra del Polla, che al termine di quella stagione retrocesse, stranamente, s'impegno allo spasimo negli incontri disputati contro il Cral.
Già all'andata i giocatori pollesi diedero l'anima per inchiodare Baiardini e compagni sullo 0-0: tanto fu l'impegno profuso in quella gara che ancora oggi si racconta di un episodio accaduto sul campo di Polla.
In un'accanita fase di gioco, si ritorvarono a calciare la sfera contemporaneamente, Ugo Musella e un giocatore pollese; fu tanta la violenza che i due misero nel calciare che il pallone scoppiò!
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Il sen. Sossio Pezzullo |
Nella gara di ritorno, disputata ad Eboli, fu il portiere pollese
Moscariello ad impegnarsi allo spasimo. La mancata vittoria, scatenò la contestazione del pubblico che, amareggiò enormemente il comm.
Pezzullo, il quale al termine della gara, convocò squadra e allenatore, ordinò che fossero pagate in anticipo le spettanze relative alla ultime sei gare di campionato ed annunciò l'addio al calcio.
Per la cronaca, nelle rimanenti sei gare, il Cral Pezzullo, sul proprio campo sconfisse per 5-0 la Scafatese, superò poi il Pontecagnano e pareggiò con la Torrese. In trasferta uscì sconfitta da Pagani, passò sul campo della Battipagliese per 3-2 e vinse al Vesuvio di Torre Annunziata per 3-1.
Il dopo Pezzullo fu caratterizzato da contine crisi societarie. La sqaudra disputò alcuni campionati di Promozione e Prima Categoria, dopodichè, Eboli calcistica chiuse di nuovo i battenti.
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Il Viale Amendola agli inizi del '70 |
L'attività dell'Ebolitana riprende nel 1961, senza nessun sussulto, tranne l'accesso alla Prima Categoria nel '64/'65.
Gli anni '70 non inizionano nel migliore dei modi: la squadra si classifica al secondo posto, al termine del campionato '71/'72, dietro il Vallo di Diano promosso in Serie D. La squadra vallese, rinuncia. La promozione spetta all'Ebolitana ma, la Lega semi-Pro, ammette alla categoria superiore il Campobasso, giunto secondo nel girone A. L'anno successivo, pre l'irregolarità di un giocatore, la squadra è penalizzata di sette punti, quanti bastano per retrocederla in Prima Categoria.
La Federazione si ravvede e, nell'estate del 1976, ripesca la squadra eburina, giunta terza in campionato, ammettendola al torneo di Promozione, dove vi resta per tre stagioni, prima di retrocendere ancora una volta.Gli anni '70 si chiudono con il ritorno in Promozione. Artefici della risalita, il presidente Visconti e l'allentaore Nazzi.
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Fulvio De Maio |
Nel torneo successivo, nonostante la squadra fosse stata rinforazata con elementi d'esperienza, tra i quali il portiere
Fulvio De Maio, ancora una retrocessione, spegne l'entusiasmo degli sportivi ebolitani.
Tra la fine degli anni '70 e per quasi tutti gli anni '80 la squadra risale dalla
Prima Categoria e gravita costantemente nei gironi di
Promozione.
Le vittorie arrivano solo nei campionati di Prima Categoria dove risulta prima nelle stagioni '79-'80 e '83-84, il resto e solo tanta sofferenza ed amarezza per la tifoseria che nella stagione '86-'87 intravede la promozione in Interregionale, ma la squadra arriva solo seconda.